CENNI STORICI
Il movimento sportivo silenziosi nel 1924, anno di fondazione del CISS, Roberto De Marchi un sordo Italiano emigrato a Parigi, firma l'adesione dell'Italia alla prima edizione dei Giochi Mondiali Silenziosi di Parigi, da cui la ragione per la quale lo sport silenziosi Italiano deve ritenersi iniziato nel 1924, le prime Società italiane di sordi si costituirono l'anno seguente, 1925 SSS Milano e C.S. Asserotti di Genova, l'organizzazione nazionale sorse per volontà di Emidio Pacenza, un vivace sordo napoletano di grande capacità intellettiva, trasferito a Milano, a lui aspetta il titolo di Fondatore dello Sport Silenziosi d'Italia che chiamato CISS (Comitato Sport Silenziosi d'Italia) sino al 1949, furono durissimi anni di presidenza per il fondatore, permise all'Italia di partecipare alla quarta edizione dei Giochi Mondiali Silenziosi di Norimberga (Ger) 1931, non trovò fortuna per la partecipazione ai Giochi Mondiali Silenziosi di Londra 1935, (c'erano le sanzioni contro l'Italia per l'invasione dell'Etiopia), ne a quelli di Stoccolma 1939, dopo la guerra il CSSI pote fare partecipare l'Italia ai Giochi di Copenaghen 1949, grazie all'intervento dell'ENS (Ente Nazionale Sordomuti e dell'appoggio dell'On.le Giulio Andreotti sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri), da allora il Comitato del CSSI, trasformato in FSSI (Federazione Sport Silenziosi d'Italia) istituzione dell'ENS, quale centro di educazione fisica, per volontà delle Società Sportive, procede senza più di quei drammi dei primi anni duri e gloriosi, l'operosità organizzativa pur a livello promozionale ed agonistico della FSSI è resa possibile, bisogna riconoscere, anche a mente dell'appoggio morale e materiale da parte del CONI e tecnico da parte delle Federazioni Sportive Nazionali, la FSSI ha ottenuto il massimo premio dal CIO, il Trofeo De Coubertin (1958) premio ambito che troneggia nel bellissimo Museo dello Sport di Via Gregorio VII, 120 in Roma, riconoscimento per l'alta organizzazione dei "Giochi Mondiali Silenziosi di Milano 1957", i sordomuti non gareggiano soltanto tra di loro, questo è bene ripeterlo, i Campionati Italiani di ogni disciplina riconosciuta dal CONI, unica organizzazione riconosciuta a rappresentare in campo internazionale, tutte le attività sportive, la FISS è affiliata al CISS (Comitè International des Sports des Sourds), e all'EDSO (European Deaf Sport Organization), gli atleti hanno partecipato ai Campionati Italiani di tutte le FSN riconosciute dal CONI e di Movimenti di Promozione Sportiva, ciò rientra nella logica delle cose, se non in gare con udenti e nelle società affiliate alle FSN, dove e come potrebbero, i nostri giovani prepararsi e migliorare agonisticamente e tecnicamente?, nel contatto hanno la possibilità di acquisire maggiore scioltezza sociale sfruttando le potenzialità delle strutture tecniche e progredire anche in senso culturale, se a tanto partecipano ai Campionati con udenti delle altre FSN, perché allora i Campionati Nazionali Sordomuti?, è una necessità di natura psicologica, assolutamente insopprimibile, questa specifica attività, profondamente sentita dai sordomuti non solo in Italia ma in tutto il Mondo, fra i sordomuti si svolge anche l'attività Internazionale, disciplinata dal CISS (Comitè International des Sports .des Sourds) costituito a Parigi il 16 agosto ·1924, si svolgono, ogni quattro anni, i Giochi Mondiali Silenziosi Estivi e Invernali, che sono un po' come le Olimpiadi del CIO, il CISS è ufficialmente riconosciuto dal CIO, la direzione degli sport per i sordomuti in tutto il Mondo è monopolio del CISS, la cui costituzione ed autonomia sono riconosciuti ·dal CIO in conformità con la sua sezione di Parigi del 13 giugno 1955, i regolamenti tecnici sono quelli che sono vigenti all'interno delle Federazioni Sportive Internazionali, gli atleti azzurri, che hanno conquistato le medaglie d'oro, argento e bronzo dalla prima edizione dei Giochi di Parigi ai recenti 18° Giochi Mondiali Silenziosi di Copenaghen sono tante: 301 medaglie a tutti i medagliati come ai tecnici che li hanno guidati con intelletto e amore senza badare a sacrifici e senza alcun compenso materiale, animati dal puro spirito dilettantistico, tante affermazioni nel nome dell'Italia del CONI dello sport, ci siamo tolti la soddisfazione di risultare "inferiori" soltanto ai giganti USA, ex URSS e Germania per numero di medaglie.
Renzo Corti
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Sport «Silenzioso»: riassumiamo un po' della sua storia
E' ricorso nel 2009 l'80° anniversario di costituzione del Comitato Sportivo Sordomuti Italiani C.S.S.I., il primo organismo sportivo a carattere nazionale, che fu il precursore della gloriosa e assai meglio conosciuta Federazione Sport Silenziosi d'Italia.
Ecco la storia degli eventi:
1924 – Si creano i Giochi Sportivi Internazionali “Silenziosi”
Il 16 agosto 1924, in un locale del “Café de la Porte Dorée”, al 275 di Avenue Dumesnil, presso la Porte de Vincennes, a Parigi, si riunirono:
- Per la Francia i sigg.E.Rubens-Alçais e A. Bascoul;
- Per il Belgio i sigg. A. Dresse e W. Dedecker,
- Per la Gran Bretagna il Rev. Vernon Tones,
- Per l’Olanda i sigg. G.M Koudys e H. Nederlof,
- Per l’Ungheria il sig.A. De Szalay,
- Per l’Italia il sig. Roberto De Marchi,
- Per la Polonia i sigg.K. Wlortowschi e J.Chriniawski,
- Per la Romania il sig. J. Mendersohn,
- Per la Cecoslovacchia il sig. J. Riha.
I rappresentanti delle nove nazioni hanno eletto una commissione provvisoria, conferendo la presidenza della stessa a E. Rubens-Alçais e nominando segretario E.Dresse.
E.Rubens Alçais sottolineò la necessità della formazione di una Federazione sportiva internazionale di sordomuti e, dopo un fruttuoso scambio di vedute con gli altri membri della Commissione, fu stabilito di chiamarla «Comité International des Sport Silencieux», avente per scopo di stabilire un’intesa fra tutte le federazioni sportive di sordomuti esistenti a quell’epoca e in futuro.
E’ stato poi Antoine Dresse ad esporre i principi che sarebbero serviti per redigere lo Statuto del nuovo organismo, sia per amministrarlo, che per istituire i Giochi quadriennali dei sordomuti.
Il Comitato esecutivo fu poi così costituito:
- Presidente: E. Rubens-Alçais (Francia)
- Vice presidenti: G.E Koudy (Olanda)
- J. Rtha (Cecoslovacchia)
- Segretario-tesoriere A. Dresse (Belgio)
- Consiglieri: Rev. V. Tones (Gran Bretagna)
- A. Bascoul (Francia)
- W. De Decker (Belgio)
Fu da quel primo evento internazionale, seguito dal giovane Emidio Pacenza, milanese di adozione e napoletano di nascita, come accompagnatore e primo tifoso di Roberto De Marchi, che Pacenza si diede poi da fare, a Milano per costituire una società sportiva e, com’egli stesso aveva diagnosticato, «…per uscire da questo doloroso marasma – la vita dei sordomuti del tempo, secondo Pacenza, era paragonabile ad un grave decadimento confusionale che generava caos – e balzare alla luce del sole, per vivere una vita di moto, di lavoro e di perfezionamento morale, per poi venire a contatto con quelli che mal ci giudicano. Ma per avere una più giudiziosa considerazione da parte del consorzio umano è assolutamente necessario convertire i nostri stati d’animo rozzi e quasi selvatici in quelli della comprensione e del reciproco rispetto, con tanta fiducia e buona volontà».
… ma l'Italia
non aveva ancora una Federazione sportiva!
Dagli atti storiografici e dal testo del libro “FSSI 1924-1971” scritto da Francesco Rubino e stampato presso l’Istituto Professionale ENS di Trieste, risulta che «Le prime società sportive di sordi si costituirono nel 1925: S.S.Silenziosa di Milano e C.S. Assarotti di Genova», ambedue sorte per iniziativa di sordi del tempo guidati da Emidio Pacenza, con lo scopo «… di diffondere l’educazione fisico-morale e i sani esercizi sportivi fra i sordomuti». Ma non bastavano le sole città di Milano e di Genova e dunque, avvertiva Pacenza, «…per avere lo sport fra i sordomuti» occorreva diffonderlo anche in altre città, per essere in grado di formare una squadra nazionale, e poter competere contro i sordi dell’estero che nello sport, a quel tempo, erano già “nel massimo splendore”.
Grazie all’intensa propaganda di Emidio
Pacenza, lo sport fra i sordi cominciò a prender vita e forma. L'anno 1926, si
disputarono due incontri di calcio, uno fra i sordomuti di Milano e di Genova
(1-2 per Genova), l'altro di una selezione mista di sordomuti delle due città,
contro una società Sportiva composta di udenti (1-0 per i sordomuti).
Era
evidente come lo sport fra i sordi cominciava a farsi strada e a dar segni di
buona volontà e capacità, malgrado le diffidenze e il pessimismo di certuni «…che
non avevano altro pregiudizio che quello di rendere meno colorata e gaia la
vita dei sordomuti desiderosi di competere con gli udenti, ben sapendo che lo
sport è l’unica arma e l’unica forza capace di risvegliare tutti gli assopiti
valori morali portandoli alla viva luce del sole, della vita che già operava e
guardava all’avvenire migliore…»; ma ormai lo sport in Italia aveva la
sua ragione di essere.
La “Silenziosa” di Milano era sulla strada
dell’avvenire, il Presidente della stessa, Pacenza, aveva preso accordi con la
Società sportiva fra i Sordomuti di Genova per concretare un incontro
dimostrativo delle due Società, incontro che sarebbe stato il punto di partenza
delle future manifestazioni sportive nazionali e internazionali, avendo ormai
l’Italia dei sordomuti la possibilità di formare la squadra nazionale composta
di elementi di Milano, di Genova e di Cremona.
La
notizia di quel prossimo incontro, disputatosi il 30 agosto 1926 (e dove i
genovesi hanno vinto ben 6-0) aveva riscosso molto interesse fra i sordi del
tempo, i quali si erano augurati di «… poter vedere presto la gioventù
silenziosa affermarsi e rivelarsi all’Italia intera». E fu esattamente così!
L'Italia non
fu ammessa ai II Giochi Internazionali
Nel 1928 tuttavia, nonostante il grande impegno profuso da Emidio Pacenza l’Italia non fu ammessa alla seconda edizione dei Giochi Mondiali Internazionali, dei sordi, perché ancora mancante di una propria organizzazione nazionale. Pacenza, assai rammaricato per quell'esclusione, volle dare vita, con altri volenterosi sordi del tempo, al Comitato Sportivo Sordomuti Italiani, ma per attuare quel progetto dovette scontrarsi con l’ostinata incomprensione di non pochi elementi del suo tempo, i quali non credevano nel valore sociale e morale dello sport fra i sordi, di cui egli era, invece, un tenace assertore.
Fu quindi la Società Sportiva Silenziosa di
Milano, di cui era presidente lo stesso Pacenza, non esistendo ancora un
organismo sportivo a carattere nazionale in Italia, a prendere con grande
determinazione l’iniziativa di indire il primo incontro internazionale di
calcio, contro la Svizzera, che già aveva una federazione elvetica, per
costringere gli organismi sportivi competenti ad appoggiare l’idea della
formazione di una struttura sportiva nazionale fra i sordomuti.
La
responsabilità della formazione della squadra azzurra, con elementi provenienti
da varie città e militanti in squadre della Federazione Gioco Calcio, fu
affidata a un tecnico della FIGC, Gaudenzi. La formazione dell’Italia risulta
così composta (purtroppo ci sono i soli
cognomi, senza i nomi, N.d.A.): Bertoni; Vecchiotti, Pontiggia; Birroni, De
Marchi (capitano), Mazzarello; Lotteri, Magnetto, Nizzi, Toffano, Bajo.
Ecco la cronaca del primo evento
internazionale per l'Italia:
Già al 5’ gli azzurri ottengono il loro primo gol, per merito di Magnetto, su passaggio di Nizzi. Gli svizzeri, a differenza dei nostri, sono poco sicuri sul pallone e stentano a ritrovarsi. Al 9’ e 11’ altri due gol, segnati da Toffano e Magnetto. Al 17’, veloce discesa svizzera sventata dal pronto intervento del portiere, poi continua la superiorità italiana fino alla fine del primo tempo, fruttante altri due gol, segnati al 21’ da Lotteri e al 35’ da Nizzi, mentre gli svizzeri riescono a segnare il loro unico punto su una loro fortunosa discesa , per merito di Degen.
Nella
ripresa gli svizzeri si difendono meglio, ma mentre i loro attaccanti, in
prossimità della nostra rete non riescono a concludere, i nostri se la
intendono a meraviglia e segnano altri quattro gol con Nizzi (8’), Toffano 2’ e
34’) e Magnetto (23’).
La storica bandiera della F.S.S.I.
Il 22 ottobre di quello stesso 1929 la nazionale di
calcio ricambiò la visita agli svizzeri, con un incontro disputato a Lugano e
dove gli azzurri furono ancora i dominatori, questa volta per 4-0.
La nascita del
C.S.S.I.
Dopo quei due incontri, che ebbero un’influenza grandiosa nell’opinione pubblica, Emidio Pacenza (foto sotto) volle a tutti i costi rendere operativo il Centro Sportivo Silenzioso Italiano, C.S.S.I., già da tempo costituito ma non ancora effettivamente operante: pertanto chiese la collaborazione diretta delle altre società sportive di Sordi che nel frattempo si erano costituite in Italia, oltre a Genova, anche Torino, Cremona e altre.
Ecco il testo di un articolo apparso sulla
«Gazzetta dello Sport» nel 1930, poco dopo la costituzione del C.S.S.I., che
ebbe sede a Milano:
«Così Milano ha dato l’esempio e da Milano, dove esisteva, in via Piave, la sede del Comitato Sportivo Sordomuti Italiani, è partito l’incitamento che doveva
servire a dar presto numerosi ed entusiastici cultori in tutta Italia.
Un
modesto locale in via Panfilo Castaldi, con pochi tavolini e poche sedie e alle
pareti le fotografie dei migliori atleti sordomuti, è la sede della Società Sportiva Silenziosa, dove ogni sera si radunano i
soci, a parlare di allenamenti e di gare. Qui ci ha introdotto il sig. Pacenza,
presidente del Comitato Sportivo Sordomuti Italiani e anima dello stesso
Comitato. Miracolo sublime della scienza fisio-pedagogica! Pacenza, pure lui
sordomuto, dopo un corso di più di dieci anni, sa farsi comprendere da tutti
con sufficiente chiarezza e ci parla di sport “silenzioso”, con entusiasmo e
fede e ci dice che "…fino a pochi anni fa non si parlava di possibilità
sportive dei sordomuti in Italia, e noi intristivamo così in una vita di
inerzia ed esclusivamente contemplativa". In altre nazioni europee,
invece, lo sport veniva già praticato e con ottimi risultati, dai nostri
confratelli. E fu così che, nel 1924, io ebbi occasione di parlare con un membro del
Comitato Internazionale degli Sport Silenziosi, sorto proprio
in quell’anno a Parigi, con l’intento primo di preparare e organizzare le
Olimpiadi Silenziose. Fu quella la prima scintilla e subito tentai la
propaganda fra i sordomuti raggruppati a Milano, dapprima fra la generale
apatia, ma poi fra un sempre crescente interesse, tanto che un anno più tardi,
1925, potevo fondare la Società Sportiva Silenziosa, che ebbe sede per due anni
in via Cappellari, poi fino a pochi giorni or sono in Corso Buenos Aires, e ora
in questo locale, ma spero si potrà presto trovare una sede più ampia.
Incoraggiato
da questo primo successo, ho tentato di diffondere la nuova idea fuori della
Lombardia e così l’esempio di Milano poteva essere, a distanza
di pochi mesi, seguito da Genova e poi da Torino,
da Bologna, da Roma, oggi sono cinque sedi
complessivamente dove i sordomuti possono praticare attivissimamente lo sport».
(dalla «Gazzetta dello Sport», 1930)
Una sala del
"Museo dello Sport", all'ENS di Roma
Iniziali difficoltà per Pacenza e il
C.S.S.I., fino alla trasformazione in F.S.S.IGli anni della presidenza di Emidio Pacenza furono durissimi, per lui e per il suo staff d'idealisti sportivi, costellato di molte amarezze e poche gioie. Una grande contentezza fu il contributo che si riuscì ad avere da parte del Governo per permettere agli atleti azzurri, calciatori e ciclisti, di partecipare alla terza edizione dei Giochi Internazionali Silenziosi, a Norimberga (Germania) nel 1931. Per ottenere quel contributo, Pacenza dovette sudare le proverbiali sette camice, cercando raccomandazioni a tutti i livelli e chiedendo l’intervento delle autorità politiche per sbloccare la situazione. Ebbe pure il sostegno da parte del direttore del “Popolo d’Italia”, il maggiore giornale quotidiano del tempo, dove Pacenza lavorava, al quale egli aveva esposto i suoi timori e il desiderio vivissimo di dimostrare sul campo la gran forza degli sportivi sordi italiani.
Sport silenzioso nel dilemma fra passato, presente… e futuro.
L’organo del Comitato continuò poi a funzionare fino al 1953, quando l’istituzione dell’Ente Nazionale Sordomuti (ENS) ne assorbì la competenza, assicurandone il finanziamento, e fu riformato con la costituzione della Federazione Sport Silenziosi d’Italia (F.S.S.I.), che era propriamente il Centro Nazionale dell’educazione fisica e sportiva dell’ENS, e tale rimase fino al 1990, quando fu sciolto per aderire alla nuova federazione unificata con altre categorie sportive di disabili, la FISD, una storia che si concluse nel giro di un paio di anni, poiché le esigenze dei sordi sono troppo dissimili da quelle degli altri disabili in genere, e infatti la Federazione Sport Sordi Italia, FSSI,pur essendo oggi, anno 2012, affiliata al C.I.P., Comitato Italiano Paralimpico, deve assuefarsi, in campo internazionale, alle normative del Comitè International Sport des Sourds (CISS) che effettua i Deaflympics l'anno successivo a quello in cui si tendono le Paralimpiadi, una questione che, per uno storiografo, beninteso sordo io stesso e sportivo vecchio stampo quale mi considero, è un poco complicato spiegare ai media italiani il motivo per cui gli atleti sordi azzurri sono affiliati alla FSSI e questa al comitato Paralimpico, ma ai Giochi Paralimpici i sordi non sono ammessi e devono optare per i World Games for the Deaf, trasformati dal 2001 in Deaflympics. Vedi di seguito:
Giochi estivi
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Nürnberg 1931
·
Washington DC 1965
·
Belgrado 1969
·
Malmö 1973
·
Bucarest 1977
·
Köln 1981
·
Los Angeles 1985
·
Christchurch 1989
·
Sofia 1993
·
Melbourne 2005
·
Taipei 2009
·
Sofia 2013
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Giochi invernali
A cura di Marco Luè
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